Il quartiere di Monte Rosello è nato negli anni trenta, durante il periodo fascista, dopo la costruzione del ponte Rosello che lo collega al centro storico.
Il rione è diviso in due parti dalla via Giovanni Pascoli: nella parte bassa si trovano il museo d’arte contemporanea Masedu e la basilica del Sacro Cuore; nella parte alta, la più estesa, si trovano i primissimi palazzi in stile anni trenta e la parrocchia del Cuore Immacolato edificata nel 1958; qui sono presenti anche la nuova questura della Polizia di Stato e i due parchi di via Montello e di Baddimanna.
Nella vallata di Rosello, sotto il ponte, è situata la fontana di Rosello. Venne eretta da lapidici genovesi sotto Filippo III nel 1605-6 e anticamente si poteva raggiungere dalla Porta Rosello grazie alla via che costeggia ancora oggi la fiancata della chiesa della SS. Trinità. Una via che, a giudicare da una foto del Delessert della metà del secolo ‘800, doveva avere i gradini, come risulta anche dal cap. 39 del 1° libro degli Statuti Sassaresi che recita: “E si sistemi la via antistante alla Fontana di Rosello con dei gradini di pietra dell’altezza che stabilirà il podestà insieme agli anziani del Comune”. Di fianco alla fontana vi era un lavatoio, demolito poi nel 1975 e poi ricostruito. Quando ancora non esisteva il ponte di Rosello, la vallata era percorsa dai sassaresi che si dovevano recare ai nuovi quartieri del Monte e verso Sennori, Sorso e i centri dell’Anglona. In via Sorso, poi, si trovava l’usthéra, la stazione per le diligenze con locanda e scuderie.
La galleria sottostante mostra i lavori di costruzione del ponte Rosello. Venne edificato per collegare il centro storico di Sassari con il quartiere di Monte Rosello. L’opera è stata inaugurata nel 1934.
Altre immagini mostrano i lavori di costruzione della basilica del Sacro Cuore. La prima pietra fu posta nel 1943 e nel 1952 l’edificio fu benedetto. La conclusione dell’opera, nel suo apparato decorativo, avvenne nel 1969.
A seguire le immagini della fontana di Rosello. Venne realizzata in stile tardo-rinascimentale ad opera di maestranze genovesi tra il 1603 e il 1606, con una tassazione pubblica di mille scudi.
Verso la fine della galleria due immagini della Sarda Laterizi che in origine si chiamava Cor, acronimo che sta per Carlini (Erminio e Luigi), Oggiano (Achille) e Ricci (Antonio, che ha dato il nome all’elegante villa liberty sita fra viale Dante e via Giorgio Asproni). La Cor fabbricava mattoni e si insediò nel quartiere di Monte Rosello, fra via Pietro Micca, via Pascoli e via D’Annunzio. Nel 1956 venne costruito un nuovo impianto a Porto Torres, nell’area industriale della Marinella, che produceva forati. Nei primi anni Settanta venne dismesso lo stabilimento di via Pascoli, dove è rimasta in piedi, perfettamente riconoscibile, la vecchia cabina elettrica.