Per oltre sei secoli (dal 1278 al 1884) Sassari ebbe cinque parrocchie: San Nicola, Santa Caterina, Sant’Apollinare, San Donato e San Sisto. Quando decise di uscire dall’ambito delle vecchie mura e di espandersi, venne fissata una direttrice di sviluppo che è quella che va verso la piazza d’Italia. L’espansione doveva però propendere piuttosto verso la zona di partenza (il primo movimento di espansione razionale partì da Porta Nuova) e cioè al di là dei Giardini. Nel 1884, anno in cui la città era popolata da poco meno di trentamila abitanti, venne costruito il Politeama e nello stesso anno, esattamente il 29 settembre, si pose la prima pietra della sesta chiesa parrocchiale, appunto quella di San Giuseppe, grazie anche all’opera dell’arcivescovo del tempo, monsignor Diego Marongiu Del Rio, popolarissimo come “mons. Marongino“, così chiamato per la sua bassa statura, che con la costruzione della nuova chiesa voleva assicurare assistenza religiosa al grande quartiere che andava formandosi nella città nuova. Originariamente si era pensato a una chiesa nell’area oltre la piazza d’Italia (da poco tracciata, nel 1872) e precisamente nella zona di intersecazione fra via Manno e la via Roma, ma l’area era stata venduta dal Comune. Si ripiegò così sull’attuale area detta appunto di San Giuseppe. Quando nacque, la chiesa di San Giuseppe venne qualificata come la chiesa di lu signurìu, e cioè delle ricche famiglie borghesi che in realtà furono le prime a popolare con eleganti costruzioni il nuovo quartiere. La chiesa si affacciava su un vastissimo spazio nel quale venne ricavata la Piazza d’Armi. Serviva per le esercitazioni militari e per le solenni ricorrenze che convocavano sulla piazza il grosso della cittadinanza. Anche in epoca fascista si approfittò della piazza per le parate che accomunavano le formazioni giovanili all’esercito. Ma fu proprio il fascismo a iniziare la fine della piazza, con la costruzione della sede della Gil (Gioventù Italiana del Littorio) con annesso teatro (l’attuale cinema Astra, già Augusteo). Dopo la seconda guerra mondiale venne il grosso edificio della scuola media, il quale cancellò definitivamente la piazza d’Armi, che però continua a chiamarsi tale.