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Stato Civile. – «Domenica, 3 Agosto, morì per colpo apopletico la figlia nubile del governatore Don Giov. Battista Cugia; e, mi pare, senza sacramenti!».

Arrivo. – «Martedì mattina, 5 Agosto, alle 2 dopo mezzanotte, di ritorno da Cagliari, arrivarono in Sassari i molti sassaresi ch’erano stati chiamati nella capitale; e il signor Fundoni venne con loro. Però, i fratelli Querqui rimasero colà, chiusi in carcere. Eppure qui si aveva di loro una buona opinione!».

Questa chiamata dei sassaresi in Cagliari doveva aver rapporo colle gare dei Carlisti e Filippini che in quel tempo fervevano nell’Isola.

Stato civile. – «Oggi, 23 Settembre, morì mio padre, e fu sepolto nella cappella di Santa Lucia».

Soldati. – «20 Novembre. Partirono in fretta tutti i soldati che si trovavano in Sassari, chiamati da Barcellona. Ve ne erano molti a cui era gradito il soggiorno di questo paese. Rimasero soli gli Azules (?) antichi».

Assassinio. – «La mattina dell’11 Dicembre il sarto maestro Lucifero, nella sua tienda (bottega) di Santa Catterina, ferì al collo con una coltellata Giovanni Battista Cotta, (genero del quondam Giacomo Lantero) senza che fra loro fosse nato alcun diverbio. Della giustizia non si fece dimostrazione alcuna; stantecchè il feritore fu sul contesto arrestato e messo in carcere per ordine del Vicario turritano, il quale faceva allora le veci d’Inquisitore del Tribunale».

Allarme. – «Sabato, 13 Dicembre, un po’ prima delle orazioni, salì lungo il corso il Trombetta, avvertendo tutti i cittadini possessori di cavallo, sotto pena d’infedeltà, che si premunissero di armi e di viveri per tre giorni, stante la notizia pervenuta, che in Terranova era un’armata di 28 a 30 vascelli. Dopo alcuni giorni, però, si sparse la voce che trattavasi di una flotta francese, la quale si dirigeva verso levante per incetta di grano. Quella notizia però ci diede molto a pensare; perocché, sebbene in quel tempo il nostro re Carlo III fosse a Madrid, pure si diceva che il Marchese di Laconi si trovava in Genova coll’intento di formare un’armata per muovere contro la Sardegna e conquistarla in nome del Duca d’Angiò. Non essendo egli riuscito nel passato, tornava ora ad adoperarsi con molta attività. E noi, che non avevamo uomini su cui contare, né a Sassari come Viceré, né a Sassari come Governatore, confidavamo nella sola misericordia di Dio!».

Avverto il lettore che l’Usai era del partito dei Carlisti, quantunque nei suoi giudizi egli siasi sempre mostrato giusto ed imparziale.