Mancanza di pane. – «Nei primi di Gennaio non si aveva pane né farina in piazza, a causa della meta (prezzo stabilito) che era a nostro discapito».
L’Arcivescovo. – «Nella mattina del 9 Gennaio, ripicarono tutte le campane delle chiese per la notizia ricevuta in quel momento; cioè, che il nuovo Arcivescovo era sbarcato in Portotorres».
Fucilata. – «Verso l’imbrunire dello stesso giorno fu data una fucilata (carabinaço) ad Agostina, sorella della moglie di Antonio Patrinostri, nella Via dell’Estrambuco; però non morì che otto giorni dopo. La poveretta portava in braccio una sua bambina (chica)».
Arrivo dell’Arcivescovo. – «Il giorno 10 Gennaio, alle ore 4 e mezza, entrò in Sassari in modo privato il nuovo Arcivescovo Don Gaspare Sumster (dovrebbe dire Fuster) e con esso alcuni altri sacerdoti. Egli era nativo di Valenza ed aveva 62 anni. Si diresse alla Cattedrale (dove gli fu cantato il Te-deum) e di là al Palazzo Arcivescovile. Essi vennero da Roma con una feluca napolitana, e impiegarono nel tragitto quindici giorni. Quest’ Arcivescovo non portò seco le Bolle, per mancanza di danaro che non potè avere in Roma, motivo per cui non prese subito possesso (!)».
Apoplessia. – «Il 14 Gennaio morì d’accidente il Rev. Gio. Carta Capellano dell’Arcivescovo.
«Molto freddo; giorni piovosi, neve alla montagna. Mancanza di grano e farina, per la solita meta».
Grano. – «In questo tempo Don Michele Cugia Assessore Criminale, con molti soldati, era in giro per i villaggi, collo scopo di far provvista di grano. Mentr’egli si trovava in Ploaghe, gli sopravvenne improvvisamente un Ordine del Viceré di Cagliari perché non gli si desse grano, revocando la meta e tutto ciò che si era deliberato in proposito, con misure tutte sfavorevoli per la nostra città. Don Michele rientrò subito in Sassari; e per questa ragione il 25 Gennaio fu inviato a Cagliari il Giurato secondo Dottor Coloredda perché trattasse la pratica colla R. Udienza. E non sappiamo ciò che accadrà. Dios nos assista, con questo Viceré nemico di Sassari per l’affare del tabacco!!».
Farina. – «Nei primi di Febbraio si vendeva la farina per la città a soldi 17 e mezzo, o 18, la corbula; e venivano continuamente ordini da Cagliari ai villaggi perché il grano si vendesse a L. 13.10. I Sorsinci portavano pane a Sassari per vendere».
Fucilata. – «Il 13 Febbraio fu data un’archibugiata da due individui ad Andrea Mura, Maestro di Cappella della Cattedrale mentre saliva i gradini della chiesa di S. Nicola, verso Turritana. Fu ferito leggermente (grazia a Dios y por sua innocencia); e per nostra disgrazia gli assassini non furono presi».
Un Conte di passaggio. – «Il 17 Febbraio (domenica) venne a Sassari un Conte, con moglie e figli, scacciato da Barcellona dal Re Filippo, che prese questa città nel passato Settembre del 1714. Fu data loro ospitalità dal Governatore, in Palazzo; e in Sassari si raccolse per essi un’elemosina».
Grano. – «Febbraio 18. Dietro il ritorno da Cagliari del Giurato Coloredda, arrivato pochi giorni prima, si fece pregone, ordinando che nei villaggi si vendesse il grano a L. 11, e 10 soldi, eccettuando quello dei contadini. Dios nos assista!».
Ritorno del Viceré. – Il 1° di Marzo entrò in Sassari, dalla Porta Castello,il Conte de l’Hatalaya, Viceré, a cavallo, colla scorta di venti soldati armati.
«La cavalleria di Sassari gli era andata incontro alla Scala di Ciocca, sul cammino d’Osilo (?), d’onde doveva egli venire, secondo l’avviso. Pare però che il Viceré avesse mutato pensiero, e non si vide.
«Vi fu rivista della Infanteria del Battaglione di Sassari, parte dinanzi alla Porta Castello, e parte al di dentro. Avevano fatto perdere la giornata di lavoro (desviar) alla povera gente, la quale pativa molta fame». (Potevano fare a meno di andar a vedere!).
«Finora non si sa il motivo della venuta del Viceré.
«Il Consiglio della R. Udienza fece opposizione; malgrado la protesta che gli si fece per iscritto (come si dice in città) egli non badò a nulla, e tenne duro.
«Fu un bel giorno di sole; però il tempo era freddo.
«Appena avuta notizia del suo arrivo, l’Arcivescovo andò subito a dargli il benvenuto, colla carrozza di Don Antonio Michele Olives. E la Città, ancor essa, si recò appiedi del regio Palazzo.
«Nella notte di domenica, lunedì e martedì di Carnevale, il Viceré fece veglioni nel suo Palazzo, ai quali intervenne tutta la Noblesa. I Consiglieri però della Città si scusarono con bel modo, e non vi andarono. L’ultima notte vi fu gran cena in Palazzo, e il Viceré invitò indistintamente tutti i signori Cavalieri e le dame».
Il Viceré e i Consiglieri. – Se è vero, come dice l’Usai, che i Consiglieri si rifiutarono di recarsi al soirée dato dal Viceré nel R. Palazzo di Sassari, è pur vero (come rilevo dai libri dell’archivio) che essi non mancarono di dimostrare il loro affetto e il loro ossequio all’accerrimo nemico del nostro tabacco.
Il 25 Febbraio, venuti a conoscenza che il Viceré era per arrivare a Sassari,si convocò la Giunta, e questa deliberò d’inviare a Ploaghe il Giurato secondo per dargli i benvenuto e per complimentarlo. Per questa gita furono pagati al Giurato 9 scudi. Di più venne deliberato di far fare il Ritratto al Viceré; perocché, ogni qualvolta i Principi venivano a Sassari, si soleva far sempre la loro Arma di famiglia; e più tardi però, a cominciare dalla venuta del Conte di Cifuentes, fu invece deliberato di far loro il ritratto. Per quello del Conte de l’Hatalaya (dice la Giunta) si spenda quanto lo permettono i mezzi, e si faccia tal como a quel. (E forse il pittore, dopo questa raccomandazione, avrà eseguito un ritratto…tal come un altro!).
Questa deliberazione ci ha regalato due notizie di zecca. La prima che il Viceré Conte di Cifuentes è stato in Sassari; la seconda che il nostro Municipio aveva deliberato di ritrarre tutti i Viceré del Dominio Austriaco che venivano nella nostra città. Era un bel modo per attirarli a noi!
Nella seduta del 2 Marzo la Città di Sassari aveva determinato dare al Viceré, che si trovava in Sassari, il solito regalo di L. 467.10.
Nella seduta del 17 Aprile, avendo i magnifici Consiglieri ordinato due giorni e due notti di splendide feste per la notizia della pace conchiusa fra S. M. Cesarea e il Re Cristianissimo, deliberarono di esternare la loro buona e carignosa volontà al Viceré, che si trovava sempre in Sassari, col regalargli 12 torcie, del peso di tre libbre caduna.
Prezzo del sale. – «In questi giorni si vendeva il sale a mezzo reale la terza, avendo aumentato di un soldo; e noi non sapevamo da chi ci venísse questa novità. Erano appaltatori del sale l’Arciprete Martinez Nusco, e Don Giacomo Manca Zonza».
Fine del Diario. – Seguono parecchie notizie di poca importanza, che io tralascio per non cimentare più oltre la pazienza del lettore. – Col 7 Aprile terminano i pochi frammenti del Diario del Notaio Usai; il quale, lo ripeto, era fedelissimo quanto imparziale nei suoi appunti. Ho riscontrato i nomi dei Consiglieri, come pure diverse circostanze, con qualche documento rintracciato negli Archivi Municipali, ed ho trovato il tutto d’una scrupolosa esattezza.