Dei Caffè a Sassari non si sentì la necessità e non furono in uso che negli ultimi tempi. Il caffè si prendeva da tutti nella propria casa, o in quella dove si andava a far visita, e i sassaresi dei tempi passati si sarebbero vergognati di andare a berlo in un luogo pubblico.
Scrive il P. Napoli che verso il 1760 non vi erano in Cagliari che due o tre botteghe di caffè e di sorbetti; ed io credo che in Sassari ve ne fossero anche meno.
Uno dei primi Caffè, di cui trovo menzione in Sassari è quello di Nicolò Volpi, situato di fronte al Palazzo Civico, nel Corso. Trovo in una nota che nel 1796 e anche qualche anno prima, era avvenuta colà la riunione dei repubblicani, detti allora Giacobini; anzi leggo, che il Dottor Gaspare Sini, trascinato al patibolo nel 1797, si fermò dinanzi a quel Caffè per chiedere perdono a Dio e al Re delle insolenze da lui pronunziate in quella località. Lo stesso Caffè, diretto dalla vedova Volpi, esisteva ancora colà nel 1802.
Pochi altri Caffè erano in attività in quel tempo. In un articolo pubblicato in un giornale di Milano, nel 1834, si scrisse che in Sassari si faceva poco uso di caffè, poiché in sua vece si mangiavano le lattughe (!).
Rispose all’articolista il medico Gioacchino Umana, protestando che anche i paesani ed i domestici sorbivano il caffè nelle Caffetterie, essendovi in Sassari botteghe di ogni e qualunque liquore spiritoso.
- Qui il Costa parla del Caffè Bossalino e del Caffè Mortara, che sono raccontati a parte su questa rubrica 800-900. Il Costa continua:
Diamo altre brevi notizie sui Caffè antichi. Il più rinomato fu il Caffè Manunta, messo con gusto verso il 1830; era nella Carra piccola; e fu poi rilevato dallo svizzero Peita che si rovinò colla ricerca dei tesori nascosti.
Nel 1851 Raimondo Manunta di Sassari chiede al Municipio il permesso di riaprire una bottega di Caffè in piazza Santa Catterina, col titolo di Caffè Azuni.
Il Caffè Longiave (fratelli Filippo e Lorenzo) era prima sul Corso, dinanzi alla Carra piccola, poi più giù nella stessa via, col titolo di Caffè del Corso, verso il 1852. Chiesero di aprirlo nell’Agosto 1844.
Nell’attuale Palazzo di S. Saturnino s’impiantò il Caffè Marinelli, elegantissimo, nel quale si servivano anche i gelati e si fabbricavano confetture e liquori fini. Più tardi si traslocò nel palazzo di S. Sebastiano, e in seguito si trasformò in magazzino di coloniali.
Nel 1845, il 16 Novembre, il proprietario Luigi Antonio Marinelli chiede il permesso di scrivere sull’insegna Caffè del Commercio.
Fra gli antichi Caffè eranvi pure verso il 1846, quello di Nicolino Frazioli e quello di Binna, quest’ultimo nella casa Giordano sul Corso.
In anni posteriori si aprirono le Offellerie svizzere Grigiott, Corradini, Taddei, Andry, oltre quella già accennata di Antonio Martini, inaugurata nei primi locali nel 1881.
Altri caffè e offellerie:
1849 (Gennaio). – Giacomo Brogliatti: Caffè Gioberti e Pasticceria alla Milanese.
1850 (Maggio). – Antioco Mura: Pasticceria.
1854 (Febbraio). – Muroni Giuseppe: Caffè del Soldo (in Piazza Castello).
1860 (Maggio). – Fratelli Corradini e C., svizzeri: Paste e liquori (nel Palazzo S. Sebastiano).
(Nella foto in alto, uno scatto degli interni dello storico Caffè Tettamanzi di Nuoro)