Antico Palazzo
A fianco della chiesa parrocchiale di Santa Catterina (nell’area oggi occupata dal palazzo delle Finanze) era il così detto Palacio real, Palau real, o Palazzo del Governo, di cui ci è ignota l’origine per mancanza di documenti. Certo è che esisteva nel secolo XIII, al tempo dei pisani, e forse anco nel secolo precedente, essendo probabile che sia stato la sede di parecchi Giudici turritani, fra i quali Mariano. Dicesi appartenesse prima ai Doria od ai Malaspina, dai quali passò al Municipio – e questa versione è credibile, perché i Doria a Sassari avevano molti beni e molta ingerenza. Questo Palazzo fu stanza di tutti i podestà pisani e genovesi mandati a Sassari ogni anno dalle due repubbliche di Pisa e di Genova. Dopo i podestà lo abitarono i Viceré, gli ospiti che capitavano a Sassari, ed i Governatori del Capo di Logudoro sotto il regime spagnuolo e piemontese. Era certamente uno dei più antichi edifizi di Sassari, e forse assai più vecchio della Casa Comunale. L’Angius, nel 1848, scrisse, che esso non era che un gruppo di diverse case, costrutte senza rapporto a un primitivo disegno – ed ha ragione; ma ciò appunto ci dimostra, che in antico era più vasto. Pare vi fosse annesso un giardino, od orto, e non è improbabile che le case che trovansi di fronte al palazzo di Finanza (verso la via Luzzatti) facessero un tempo parte dell’antico Palacio real; tanto è vero che in una parte di queste case, fin dopo il 1860, esistevano due case destinate alla Regia Tesoreria, alle quali si accedeva per una scala esterna dal cortile, chiuso dalle due parti da muri, con arcate munite di cancellate in ferro. Il pubblico passava sotto il portico, sul quale era un rampante della scala; e pare fosse antichissimo, perché anche nel 1253 è menzionato il porticus domus regis Henthij, che io credo appartenesse al Palazzo Reale, e non alla Casa Comunale od al vecchio Castello che precedette quello aragonese. A questo palazzo si dava molta importanza, ed il Municipio lo teneva caro perché ne aveva la proprietà e la custodia per Reale privilegio. Prova, questa, che gli era pervenuto in eredità dai Doria in tempi di governo libero. Spigolo alcune note storiche che possono avvalorare le mie asserzioni. La prima menzione che si fa del Palazzo Regio è nella lettera di Gregorio IX del 1236, da me altrove riportata. In essa parlasi dei regi palazzi che i ribelli sassaresi distrussero dalle fondamenta, in odio al Giudice Barisone. Questi palazzi regi non potevano essere che a Sassari, poiché non è credibile che i sassaresi fossero andati altrove a distruggerli. La seconda menzione l’abbiamo in una carta del 1253, in cui si accenna al porticus domus domini Regis Henthij, dove nel suddetto anno aveva stanza il Console dei Mercanti di Pisa. Sappiamo, all’incontro, che la sentenza del podestà pisano Tano Badia de Sismondi è stata redatta a Sassari nel 1283, sub loggia Communis, ante curiam regni. Anche nel 1273 si ha uno strumento redatto in domo Curiae Regni di Sassari. Nella convenzione con Genova del 1294 è detto: « – Abbia il podestà per abitazione propria e della famiglia, e per tenervi le udienze (pro Curia tenenda) il Palazzo grande di Sassari (palacium magnum) compresa la parte anteriore (cum Curia anteriori) con tutte le adiacenze ed attinenze; nel qual palazzo furono soliti abitare i Podestà che per alcun tempo sono stati a Sassari..». Qui certamente si volle alludere ai podestà di Pisa; né so se per Curia anteriori dovesse proprio intendersi la piazza pubblica, dove si davano le udienze, oppure un cortile chiuso adattato a tale scopo. I Governatori Generali, che più volte vennero da Cagliari, davano udienza nella sala inferiore del R. Palazzo (aula inferiori palacij Regis Civitatis Saceri), e se ne ha menzione negli anni 1329, 1337, 1342, 1346, ed anche nel 1425.
Nel secolo XV
Nel 1427 fu rilasciato un R. Privilegio a favore del sassarese Don Fernando di Eredia, nominato Guardiano del Real Palazzo della città di Sassari. Giovanni Peruz, custode del Real Palazzo di Sassari, il 20 Aprile 1429, ricevette da Sancio de Ruesta, Procuratore Reale del Logudoro, L. 12 alfonsine per il suo salario di un anno. Franciscus de Marongio Missus, seu Nuncius Curie Potestatis Sassari, il 4 Maggio del 1435 convoca in Palacio Regio, sive in domo Cure vocata Prospera, alcuni cavalieri, per prestar servizio coi cavalli. – Dunque la Prospera, su cui tanto si discusse, non era che un nome generico dato a tutte le sale di giudizio e di riunioni; a meno che non vogliamo ammettere che il Palazzo Regio fosse anticamente la Casa Comunale, come suppose il Solmi per congettura. Risulta che nell’Ottobre del 1436 il Real Palazzo era in istato rovinoso, e che Ferdinando di Eredia ne era il custode, con lo stipendio di 15 Ducati d’oro buoni di Firenze. Un privilegio del 1439 ordinava, che non potesse vendersi né alienarsi il Real Palacio di Sassari, poiché doveva servire di alloggio ai Regi ufficiali, non potendo essi ospitare in altre case. Altro privilegio dello stesso anno disponeva che i Consiglieri custodissero il Real Palazzo, mantenendolo e riparandolo col salario del Guardiano – e se il salario non bastava, lo riparassero col danaro della Città. I Consiglieri di Sassari presentano al Besora, nell’orto del R. Palazzo, il privilegio del 6 Aprile 1441, col quale si ordinava che la custodia dello stesso palazzo fosse devoluta al Municipio di Sassari. Ossequiente agli ordini Reali, il Besora ordinò a Ferdinando Eredia, già nominato custode, quatenus amodo in dicto palacio non habitet, vero ab ipso recedat incontinenti raubas suas a dicto palacio extraendo; e quindi lasciò ai Consiglieri il Palazzo pro custodia eiusdem. – Notevole la menzione dell’orto, che potrebbe riferirsi alla Curia anteriori, di cui si parla nella convenzione del 1294. Nota lo Spano, che da un documento del 1459 risulta, che il pittore sassarese Lodovico Pisano dipinse nel suddetto anno, per il prezzo di 55 alfonsini, le insegne della Dogana di Sassari sotto il palazzo reale. – Anche lo storico Cossu, nel 1783 (tre secoli dopo) a noi dice, che nel Reale Palazzo eravi in quell’anno la Segreteria del Governo e la Dogana. E questo proverebbe che il palazzo regio e la Casa del comune erano due edifizi ben distinti.
Nei secoli XVI e XVII
Il Governatore del Logudoro, che prima risiedeva in Alghero, il 23 Gennaio 1533 prese stanza nel Real Palazzo di Sassari, per il cui restauro si spesero Lire sarde 230.4.6. Il Fara, che scriveva nel 1580, dice che il Real Palazzo di Sassari era la stanza dei Governatori, ma non accenna alla residenza di essi in Alghero. – Non so quanto siavi di vero nella precedente notizia. Forse il Governatore alternava la sua stanza fra l’una e l’altra città, ed anche tra il R. Palazzo ed il Castello. Nel Parlamento del 1510 si propone che i Nobili siano messi agli arresti nel Real Palazzo di Cagliari, o nel palazzo dei Governatori di Sassari (e si allude certo al Castello). In una lettera del 15 Maggio 1641 i Consiglieri di Sassari scrivono, che, chiamati dal Governatore, si sono puntualmente recati al palacio real, e furono ricevuti en la quadra (salone) donde se tiene el juicio. Il Vico nel 1639 scrive, che il R. Palazzo era la dimora del Viceré, e in sua assenza l’abitava il Governatore di Sassari e del Logudoro. Aggiunge, che questi governava coll’assistenza di due Assessori e di un avvocato fiscale, e che in quell’anno la Governazione era composta di cinque soggetti. Ci fa anche sapere, che nel palazzo erano allora trenta sbirri e due portieri di Camera con le mazze d’argento.
Nel secolo XVIII
Nel Dicembre del 1709 si fanno preparativi e si addobbano le sale del R. Palazzo per il Capitano Alferez, diverse altre autorità e molti soldati-carabinieri, in attesa della venuta di S. E. il Viceré. Nel 1711 il R. Palazzo era in rovina e quasi indecente. Dalle memorie del cronista Usai si ricavano le seguenti notizie: – che il 24 Febbraio dello stesso anno i Consiglieri della Città si riunirono in quel palazzo e vi tennero una seduta, a cui assistette la Real Governazione, a causa di un tumulto popolare, per cui si fecero sedici arresti; – che il 1° Ottobre lo stesso Governatore diede nel Palazzo una festa da ballo per festeggiare gli anni del Re, e v’intervennero tutti i consiglieri comunali e la Nobiltà; – che infine, nel Febbraio del 1714, nel R. Palazzo fu data ospitalità a un Conte e la sua famiglia, venuti da Barcellona. Nella sommossa popolare dell’Aprile 1780 fu dato l’ordine di trasportare al Regio Palazzo tutti i quadri coi ritratti della Real Corte, che si trovavano nelle sale della Casa Comunale; e da quel giorno scomparvero né si sa dove andarono a finire. I1 3 Novembre del 1782 il Governatore di Sassari scrive al Viceré, pregandolo di fargli togliere da una buona volta le quattro Casse di Tesoreria che vennero collocate nell’anticamera del Real Palazzo, cioè: quelle del Porto, dell’Azienda frumentaria, e delle due Torri: «giacché (egli dice) la mia salute, tranquillità e sicurezza non mi permettono più oltre di differire a chiedere tale providenza; né credo sia intenzione di Sua Maestà che l’anticamera del Governo (sic) debba essere esposta a ricevere ad ogni ora qualunque sorta di persone, che sogliono concorrervi per pagamenti od esazioni, tra le quali, potendo ben esservi ladri o malfattori, nessuno può rispondere della sicurezza dei miei effetti (?)…». – È chiaro che il Governatore aveva una paura maledetta dei ladri! Le condizioni del Real Palazzo, alla fine del secolo XVIII, dovevano essere deplorevoli. Arrivato nell’Aprile del 1799 S.A. il Duca di Monferrato per prendere le redini del governo di Sassari, egli dovette alloggiare nell’Episcopio, perché il Reale Palazzo era in riparazione.
Nel secolo XIX
Il regio palazzo continuava a tirare miseramente la sua vecchiaia, dando ricetto ai Governatori. Negli ultimi tempi era in quel sito il Corpo di Guardia dei soldati e quello delle Ordinanze; più una camera per l’Ufficiale di Piazza di turno, ed altra più elegante per l’Ufficio del Comandante di Piazza, vero capo della Polizia di Sassari. Fino al 1865 si accedeva alle sale del palazzo da un cortile che aveva la larghezza della via Finanza, di recente ribattezzata col nome di Luzzatti. Il cortile era chiuso ai due capi da cancellate, ed eravi una sentinella permanente, alla quale si deve il battesimo la Guardia, dato al largo verso Santa Caterina. I due cancelli si chiudevano dopo le 10 pomeridiane. Nel cortile era un pozzo. Dal palazzo si passava alla tribuna dell’annessa chiesa di Santa Caterina per un corridoio interno. Da questa tribuna i Governatori ed i Viceré, quando venivano a Sassari, assistevano comodamente alla messa. Nel piano terreno del palazzo, verso la piazzetta della chiesa, era una vasta carrozziera, la quale in tempi recenti venne destinata ad usi più nobili. Dal 1826 al 1829 (durante la costruzione del Teatro Civico) in questa carrozziera si diedero le feste da ballo, più tardi (nel Luglio del 1858) fu ridotta a teatro di marionette. Nel Luglio del 1854 il Municipio scrive, che essendo il Palazzo Reale proprietà esclusiva del Demanio, il Governo, e non la Città, doveva sostenere le spese del restauro. Nel 1856 il Palazzo del Governo minacciava rovina, tanto che nel Febbraio furono fatti sloggiare la Corte d’Appello ed il Tribunale provinciale coi relativi uffici. Nel Maggio del 1860 la Giunta ingiunse al Governo di demolire quel palazzo entro un mese. La Città aveva deliberato di acquistare il fabbricato per adibirlo a pubblico stabilimento; ma in seguito non acquistò che i mobili dell’antica Corte d’Appello per adattarli alla nuova Corte d’Assise – ad eccezione di due quadri, di cui non aveva bisogno. (Erano forse i due ritratti di Re che vennero collocati nella biblioteca dell’Università). Dopo le Riforme del 1848, gli uffici della Governazione (in seguito Intendenza e poi Prefettura) passarono nei locali della vicina casa del Duca dell’ Asinara, dove attualmente è l’Albergo d’Italia; poscia nelle sale del Palazzo ducale; e più tardi in quelle del sontuoso Palazzo provinciale. Il palacium magnum del 1200; il Palau real del 1400; il Palazzo del Governo del 1700, venne demolito dalle fondamenta verso il 1870, per diventare il moderno Palazzo delle Finanze. Nel piano terreno erano prima i locali dell’Ufficio postale e della R. Tesoreria; oggi vi si ammirano gli eleganti magazzini di Angelo Tomè, il quale provvede largamente di abiti, stoffe, ed oggetti di ogni genere la popolazione di Sassari, e gran parte di quella della Provincia.