Si ha notizia che tra Medioevo ed Età moderna vi si trovava un modesto scalo, probabilmente in prossimità della torre costruita dagli spagnoli per la difesa dalle incursioni saracene. In seguito la regione rimase a lungo completamente spopolata; soltanto dopo l’ultimo dopoguerra è divenuta méta balneare e turistica e ha visto sorgere seconde case e servizi. In questa zona la città di Sassari ha un comodo sbocco sul mare, ed è qui che, per iniziativa del sindaco Pieroni, si ebbe nell’ultimo dopoguerra il primo riuscito tentativo di dare ai sassaresi una loro spiaggia; qualche tempo dopo è stata realizzata la litoranea, dalla quale si dipartono, come in un pettine, tutta una serie di discese a mare.
(da Enciclopedia della Sardegna, a cura di Francesco Floris, Sassari, Newton&Compton Editori)
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Platamona (dal greco platamon-onos, ovvero “superficie piana, spiaggia piana e larga”) è la fascia di litorale situata all’interno del golfo dell’Asinara nel nord della Sardegna compresa fra la marina di Sorso e la torre di Abbacurrente verso Porto Torres. Storicamente viene considerata la tradizionale “spiaggia dei sassaresi”, essendo la spiaggia geograficamente più vicina al capoluogo della provincia, da cui dista circa dieci chilometri percorrendo la strada provinciale 60, detta Buddi Buddi. L’intera fascia costiera è suddivisa tra i comuni di Porto Torres, Sassari e Sorso, nel cui territorio ricade per la maggiore estensione. L’arenile è lungo circa per 15 chilometri ed è la seconda spiaggia più lunga d’ Italia dopo Rimini.
L’idea di Platamona nacque in un pomeriggio dell’estate del 1949. Oreste Pieroni, allora sindaco di Sassari, ricevette in “regalo” dall’avvocato Salvatore Villaminar la pineta di Platamona. Da lì l’idea di utilizzare la spiaggia di Abba Currente per la balneazione dei sassaresi. La parte che competeva al comune di Sassari era però di ridotte dimensioni, cosicché Oreste Pieroni decise di coinvolgere nel progetto anche i sindaci di Sorso e di Porto Torres. In particolare il sindaco di Sorso, Salvatore Cottoni, partecipò attivamente alla realizzazione di Platamona, creando anche il famoso “Pettine” con le sue discese a mare.
Ottenuta la concessione, la prima attività fu quella di realizzare la strada di accesso, che fu progettata e costruita dal geometra Nello Galleri, e che tuttora collega la “131” (dal lungo rettilineo di Ottava) a Platamona e si conclude con via Oreste Pieroni, che conduce alla Rotonda. In questa occasione furono inaugurate anche le prime linee di trasporto pubblico di Pani, Scia e Sita.
In quella stessa pineta, immerse fra gli alberi, vennero costruite le prime villette e, in poco tempo, la spiaggia di Platamona si popolò di “casotti” (le cabine in legno “poggiate” sulla sabbia) e di insediamenti balneari. Tra questi ultimi ricordiamo il lido “Mura”, di Mario Mura, realizzato in canna e con le cabine di legno, quello di “Montalbano”, molto popolare e molto frequentato, e lo stabilimento balneare “Lido Iride”, del cagliaritano Sebastiano Pani che ospitava l’élite della città. Per anni fu un punto di riferimento dello spettacolo del nord Sardegna dove si esibirono Nilla Pizzi, Claudio Villa, Perez Prado, Teddy Reno e i Platters.
Il 16 agosto del 1951 si inaugurò Platamona. Negli anni a seguire, in questa data, il sindaco Oreste Pieroni dava il benvenuto ai ragazzi meno fortunati della città, reclutati nelle scuole, e offriva un pranzo a tutti nella pineta all’ingresso di Platamona (oggi intitolata al giornalista Roberto Stefanelli, capo della cronaca di Sassari del quotidiano La Nuova Sardegna che tanto si era adoperato, affiancando Pieroni, per lo sviluppo di quel piccolo lembo di spiaggia, in tutto cinquecento metri).
(da Wikipedia)