Risalendo il Corso e arrivando in Piazza Azuni, sul lato sinistro della chiesa di Santa Caterina vi era il caffè dei fratelli Bossalino. Era il ritrovo sassarese dei letterati, professori, avvocati, studenti, di tutta la parte più eletta della cittadinanza, quella che comunicava con il popolo e spiegava le novità del giorno.
Era là che si andava a prendere le notizie, non appena il piroscafo postale portava le corrispondenze e i rari ma preziosi giornali del continente.
Nel 1829, quando i pittori Vacca e Bossi vennero a Sassari dal Piemonte per ammodernare il Teatro Civico, i fratelli Bossalino li contattarono per decorare e abbellire il loro Caffè. Tali abbellimenti e pitture vennero eseguite verso il 1844, su disegno del Bossi, ch’era anche architetto, ed è sua la volta in cristallo esistente ancor oggi. Bossi poi si fermò a Sassari dove fondò la Società di Mutuo Soccorso, una delle prime in Italia.
Questo ricco Caffè fu il centro dei principali avvenimenti che segnalarono in Sassari gli anni 1848 e 1849; fu là che si radunavano i giovani sassaresi, ardenti di fede e di entusiasmi per preparare quei giorni di santa riscossa che dovevano essere forieri del risorgimento italiano. Sotto la volta di cristallo di quella sala e tra quelle colonne candide si riunirono pure tutti i liberali del paese per apprendervi le attese notizie che giungevano dal continente; in quella sala, nell’Aprile del 1848, furono dettate le basi del primo giornale politico, La Sardegna; in quella sala arringò i compagni per la prima volta il tribuno Antonico Satta, perito miseramente a Genova.
Satta, mazziniano, feroce accusatore del ceto moderato cittadino e delle più alte gerarchie ecclesiastiche, arrivò da Londra a predicare il verbo della rivoluzione e a scomunicare l’arcivescovo. Il tribuno saliva in piedi su un tavolino del caffè e, leggendo a voce alta gli articoli dei giornali dell’epoca, proclamava il suo verbo.
Il Caffè Bossalino, chiuso verso il 1855, fu trasformato in un negozio di coloniali e fu condotto sempre dagli stessi proprietari. Sul principio del 1887 questo negozio fu nuovamente riformato con l’aumento di tre sale, in una delle quali si apprestavano colazioni alla forchetta.
Non ebbe però la fortuna che meritava, e dopo alcuni anni di esercizio fu trasformato ancora in una Offelleria svizzera, che anche oggidì è in esercizio.
(Nella foto in alto, la magnifica volta dello storico Caffè Tettamanzi a Nuoro)