In una delle case della Piazzetta Azuni (dove oggi è l’elegante negozio Depaolini) – (il Costa si riferisce all’epoca dello scritto, 1908, ndr) – eravi una ricca finestra istoriata, di molto pregio, avente ai lati due busti in basso rilievo. Questa finestra, in pietra granitica, era collocata ad un lato, ma in origine era nel centro, poiché risulta che una parte della casa fu acquistata e rifabbricata dall’avvocato Santoni, verso il 1850.
La finestra gotica, a colonnine ornati di fregi, era decorata nella parte superiore da un basso rilievo rappresentante un trionfo. Preceduto da sei suonatori di tromba, e seguito da sei valletti portanti ricchi doni od emblemi della Città, vedevasi un guerriero con elmo e scettro, seduto su di un cocchio tirato da un cavallo.
Pare che la scultura (molto grossolana) alludesse al trionfo del valoroso capitano Don Angelo Marongio (Podestà di Sassari e Luogotenente del Viceré), reduce dalla battaglia di Macomer nel 1478, dopo aver sconfitto Don Leonardo Alagon, ultimo marchese di Oristano. I doni tolti al nemico; lo scettro sormontato dalla torre, emblema della podesteria; e le insegne di Sassari portate dai valletti, tutto avvalorava la congettura. La cornice superiore era formata da una lunga distesa di muraglie, intercalate da sette torri merlate, e da due medaglioni, in uno dei quali la sigla yhs (Iesus) e nell’altro la sigla xps (Christi). I due busti in cornice losangata rappresentavano un uomo ed una donna.
A chi apparteneva questa casa? Se il bassorilievo alludeva realmente al trionfo di Macomer, la casa era forse quella di Don Angelo Marongio, o più probabilmente della moglie donna Rosa Gambella, la ricchissima ereditiera dell’incontrada di Romangia. E’ anche probabile (se il fatto fosse vero) che la finestra sia stata collocata posteriormente dai discendenti di Don Angelo e di Donna Rosa – per esempio, negli ultimi del secolo XVI o nei primi del XVII. da Don Gavino Marongio-Gambella, benefico e ricco signore.
Tolta alla casa Oggiano nel 1898, la finestra venne acquistata da un signore di Cagliari, il quale la rivendette all’antiquario Costantini, che la fece collocare nel cortile della sua casa in Firenze, dove oggi trovasi.
Il Municipio di Sassari non doveva lasciar uscire dalla città quella finestra antica, essendo essa un pregevole lavoro d’arte, se non proprio una memoria dei fatti che impressionarono la cittadinanza dal 1478 al 1483. – Dico ciò, perché non parmi un sacrilegio il supporre, che la scultura del basso rilievo si debba unicamente al capriccio dell’artista, il quale non avrà neppur sognato il trionfo di Don Angelo Marongio, né la sconfitta di Don Leonardo Alagon. È troppo strano che nessun storico, né archeologo, abbiano mai fatto menzione di questa finestra. L’allusione a Don Angelo non venne fuori, che poco prima che la finestra fosse portata via, e forse fu originata dal mio racconto storico Rosa Gambella, pubblicato nello stesso anno 1898.